Come funziona e quali sono le indicazioni
Gli obiettivi della terapia per l’ipertrofia prostatica benigna sono la risoluzione dei sintomi urinari, la prevenzione del danno vescicale e renale e, complessivamente, il miglioramento della qualità di vita del paziente. Quando un paziente lamenta i primi disturbi nel fare la pipì (come un getto ridotto, alzarsi la notte regolarmente per urinare, dover correre in bagno non appena insorge lo stimolo ecc.) il primo approccio, dopo i dovuti accertamenti, è in genere di tipo farmacologico. Tuttavia, nei casi in cui la medica non fosse più efficiente, è indicato l’intervento chirurgico, al fine sia di risolvere i disturbi del paziente e, piu’ importante, proteggere la funzionalità vescicale e renale.
Ad oggi esistono svariati trattamenti chirurgici mini-invasivi per l’ipertrofia prostatica, come ad esempio la Enucleazione di adenoma prostatico con laser ad Holmio (HoLEP) che consentono di trattare anche prostate molto voluminose in modo estremamente efficace e duraturo e senza più ricorrere a tagli. Tuttavia, la quasi totalità degli interventi volti a rimuovere l’ostruzione prostatica comportano una conseguenza inevitabile: l’eiaculazione retrograda.
Proprio per questo è stata sviluppata una nuova tecnica che consente di migliorare in modo sensibile la qualità della vita dei pazienti preservando nella maggior parte dei casi l’eiaculazione: la Vaporizzazione della adenoma prostatico con tecnica REZUM.
Si tratta di una metodica di nuova introduzione con la quale, a differenza delle precedenti, l’adenoma prostatico non viene rimosso ma vaporizzato grazie all’iniezione di vapore acqueo al suo interno. È una procedura mini-invasiva che viene eseguita in regime di day hospital senza la necessità di anestesia generale ma soltanto con una sedazione e/o anestesia locale. La procedura viene condotta per via trans-uretrale (senza tagli), tramite l’utilizzo di un cistoscopio alla cui estremità è presente un ago che permette di iniettare vapore acqueo all’interno dell’adenoma prostatico (Figura 2). Il vapore determina la rottura delle membrane cellulari causando necrosi con conseguente riduzione del volume dell’adenoma nell’arco di qualche giorno (3-7 giorni) (Figura 3). Il numero di iniezioni eseguite durante la procedura dipende dalla dimensione dell’adenoma (3 – 10 iniezioni) ed è calcolato per ottenere il miglior risultato funzionale e minimizzare i rischi associati alla procedura. L’intervento dura di solito da 10 a 20 minuti, a seconda delle dimensioni dell’adenoma.
I vantaggi di questa tecnica sono diversi: bassissimo rischio di sanguinamento, esecuzione in regime di day hospital, preservazione di tutti gli aspetti dell’attività sessuale (l’eiaculazione anterograda viene mantenuta nel 97% dei casi), minor rischio di incontinenza post-operatoria. Si tratta inoltre di una procedura che è in genere molto ben tollerata. Dopo l’intervento e durante il periodo (3-7 giorni in genere) in cui il catetere è mantenuto in sede il paziente tipicamente infatti non lamenta particolari disturbi. I fastidi che possono talvolta essere avvertiti, sono in genere caratterizzati da un lieve bruciore avvertito a livello del pene, talvolta accompagnato dall’apparente sensazione di un continuo bisogno di urinare. Tali disturbi regrediscono di solito facilmente con la somministrazione di normali farmaci analgesici
Per quanto l’ipertrofia prostatica possa sembrare una patologia di per sè semplice, ogni paziente rappresenta in realtà un caso diverso e pertanto unico nella sua gestione. E’ quindi indispensabile una corretta valutazione urologica preliminare per valutare quale procedura (laddove sia indicata) sia la più adatta per ciascun individuo. In linea di massima la tecnica REZUM è applicabile in pazienti con un volume prostatico inferiore a 70 grammi e che non presentino quadri di sclerosi del collo vescicale. Nei casi dubbi un semplice esame ambulatoriale, la cistoscopia con strumento flessibile, può chiarire il quadro in pochi minuti.
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